Un mondo che si muove | Fondazione Efesto

“Tra le Dolomiti, un itinerario di accessibilità e bellezza”

Se si ammira un paesaggio montano e si chiede di abbinarvi una sensazione, in molti direbbero legittimamente: “Libertà”. Gli spazi immensi dominati dalla natura, l’eterno grigio del cementocittadino che lascia spazio per una volta ai colori accesi del mutare delle stagioni, la fatica di un sentiero ripagata dal raggiungimento di una cima che dà la sensazione di poter toccare il cielo: chiudendo gli occhi e aprendo il cassetto dell’immaginazione, è impossibile non pensare a una sensazione di “Libertà”, che diventa vera e propria emozione.

Contrariamente a quanto si crede, la Libertà è un concetto profondamente concreto. La medesima concretezza delle persone che vivono e abitano la montagna, consapevoli e rispettose a loro volta della sua natura fortemente pragmatica. La prima Libertà che si fa concreta è l’opportunità di essere diversi, anzi, unici. Un paesaggio di montagna, infatti, necessita di numerosi elementi differenti tra loro per assumere l’aspetto incantevole che lo caratterizza. Ci vogliono le caratteristiche conifere, i pendii vertiginosi, le cime innevate, la legna geometricamente accatastata, per citare qualche esempio. Solo la somma di componenti così diverse porta alla creazione di un paesaggio incantevole. E la bellezza è Libertà.

La natura è più intelligente, “umana”, poiché contempla e valorizza la diversità, l’unicità. Lo stesso non si può sempre affermare degli esseri cosiddetti “umani”, i quali talvolta negano o discriminano l’unicità. Troppo complicata da comprendere, troppo lontana dalla zona di comfort per essere accettata. Tuttavia, così come per la montagna, solo la somma di tante diversità può contribuire alla costruzione di una società migliore.

E di unicità si fa portavoce Fondazione Efesto attraverso l’avventura di “Un mondo che si muove”. Non lo fa con le parole, bensì con la concretezza tipica della montagna: mediante la testimonianza attiva di persone con disabilità, tra le tante tipologie di “diversità”. Un gruppo che costituisce un esempio di come la valorizzazione dell’unicità può portare a risultati straordinari, positivi per l’intera società.

Come ogni aspetto positivo, tuttavia, esso acquisisce la massima bellezza solo quando viene condiviso con gli altri. E il “Mondo che si muove” è qui proprio per condividerlo con voi e gustarlo assieme, con l’auspicio di trasmettere la potenza del messaggio inclusivo.

Ancora una volta, però, torna il tema della concretezza, poiché la Libertà di essere diversi è vana se non viene data a ciascuno la possibilità di esprimere la propria unicità. Ognuno ha bisogno di mezzi diversi per raggiungere la meta dell’inclusione. Uno dei mezzi è l’accessibilità, che permette a persone con diverse disabilità di accedere alla bellezza della montagna. Per alcuni può essere una rampa, per altri un percorso braille o una camera adeguatamente ampia. Il “Mondo che si muove” è qui anche per questo motivo, non per una sterile opera di ispezione e critica della non-accessibilità, ma al contrario per far conoscere con delicatezza i mezzi attraverso i quali tutti si possano sentire inclusi. È qui per dimostrare cosa si può fare, non per evidenziare ciò che non si può fare.

Nelle varie tappe del percorso, il “Mondo che si muove” sarà testimonianza viva di inclusione, conoscenza di mondi diversi e incontro. Per dimostrare che la montagna di per sé non discrimina, ma accoglie. La scelta spetta sempre a noi, esseri umani.

A cura di Gianmarco Panizzo, Psicologo dello Sport, Atleta Paralimpico e Membro Comitato scientifico Efesto.